ALTRE POESIE
Il criptoportico
Le parole vanno silenziose lungo il criptoportico
in cerca di improbabili allacci sonori.
Si ritrovano da sole con se stesse, ad inseguire
il bisbiglio della propria voce inascoltata, come un
sommesso filo dipanato sottile su un fondo ombrato.
Un’assenza di luce
Un’assenza di luce mi acuisce lo sguardo
oltre gli enigmi stellati del cielo notturno,
mi apre il sipario di un mondo senza tempo
e senza spazio, popolato da protopensieri,
figurazioni, energie ronzanti e creature informi,
in trepida attesa di un fascio di luce.
Il giocoliere degli astri
Infinite variabili giocano a dadi
mentre il giocoliere degli astri
compie giochi di prestigio
davanti ai miei occhi stupiti
da un sogno ad occhi schiusi
che entra nelle viscere
e si radica profondo
nel mio animo votato al fantastico.
L’ombra
Sono così rabbioso questa sera
da fulminare un lampione con lo sguardo
mentre torno a casa
e le bave dell’umidità
mi incollano i capelli
come catrame alla suola delle scarpe.
Acqua deposta tra interstizi
di nera grana e rabbia nelle mani
prigioniere del freddo
nelle tasche del giubbotto.
Buio che m'inghiotte dopo il passo del lampione.
Non è l’ombra che amo proiettata
al suolo dalla luce della Stella,
ma quella indistinta e vaga, indefinita
a farmi perdere il contorno delle cose
e di me stesso.
Le luci del futuro
Io che venero le luci del futuro
senza fuggire dal presente
proietto i miei pensieri
oltre il varco temporale,
e vedo l'uomo propagarsi
diretto verso percorsi
che posso solo immaginare.
Nell'intensità di un tocco
deposto su un display
mi vedo lanciato
verso connessioni
che non riesco
nemmeno a vagheggiare.
In questo gomitolo
di fili che ci unisce, io mi perdo
con segrete parole per il mondo.
Il sigillo
La realtà si differenzia
una sfumatura cambia
un tono sale, un colore
leggermente muta.
Il pensiero inquieto
emerge fluido
e privo di controllo,
come il fine ultimo
pone nel principio il suo sigillo.
Territori
C’è troppa luce intorno a me
che non mi fa vedere, chiudo le imposte
e vedo un cristo
in croce su fiammiferi spenti. Poi
giungo le mani e le ombre sono scure,
come ostacolate dalle balze.
Il cerchio
Cammino lungo il perimetro di un cerchio
per venirti a prendere in una realtà
di un folle sogno ricorrente.
La parola simbolo del profondo inconscio
si trova al limite dell’orizzonte,
nella tua ombra personale. La parola
che rende viva e accende la mia mente
la mando a riposare sulla carta, senza fretta.
Scala mobile
Fermo sul gradino della scala
vengo trasportato verso l’alto,
c’è un bambino di smeraldo,
e una bambina con le trecce
fugge bianca. Li inseguo, la luce
si intromette, e mi resta
lontana, sullo sfondo.
Il mito norreno
Intrappolato in un mito norreno
mi affanno ad uscirne, tra lingue di fuoco
e luminosi pixel, il bosco di pietra mi è ostile.
Pietra e legno, acciaio e vetro,
la struttura ipnopompica stringente
è aumentata da un sogno dickiano.
La donna nell’alta torre osserva sperduta
gli alberi di pietra e le asce di vetro.
Il quadrato del Sator mi invade la mente
le dita di rami secchi indicano la via
tutte le direzioni danno lo stesso responso.
Sospeso tra sognanti stelle di giada
brucio il destino che mi attende.
Cerco le antiche Norne, orbitando
attorno al frassino di cielo e terra
un libro di bianche pagine mi affianca.
Sotto la magia del vischio il bardo
e una musica straniera. La madre dei morti
sempre viva si affaccia scura dall’albero cavo.
Rotolo sommerso in una frana di rune
che sibilano il mio nome in magico vortice.
Ai piedi di una quercia una pioggia cosmica
mi sveglia prima del game over.