CONNESSIONI DI MATERIA INVERSA
Avaria
La strumentazione di bordo
è in avaria
il contatto visivo assente, poche
immagini sfocate
in affaccio sul domani.
Movimento
Il movimento è rallentato dai filamenti
mi trovo invischiato in una rete di sogno.
La riflessione del sé è dubbia,
lontana dal corpo.
Stretto nella gabbia olografica
le sbarre sono informazioni stringenti,
il suono delle voci elettroniche
prende il sopravvento sul flusso.
Il credere fa convergere lo sguardo
divide emargina limita il campo,
il tuo nome in pixel
è un'iscrizione musiva mal eseguita.
Evoluzione
Fluiscono anime sul ponte di comando
davanti a un tetro mare astrale.
È la transizione al caos.
Frammenti memetici si inseguono
lungo tortuose strade labirintiche
fino a ricomporsi in ordinate logiche casuali
lungo mappe logistiche multidimensionali
tracciate su pellicola tecnoliquida.
È l’evoluzione della specie.
Nanobot
Uno sciame di nanomacchine
compone il tuo volto
riflesso nello specchio olografico.
Tendo una mano
per entrare in connessione
e toccare la pelle con le dita.
Ma è solo un diverso modo
per tradurre il ricordo,
una fotografia dinamica
materializzata dal pensiero
soggiogato dal flusso del destino
non previsto dal precog.
Il tuo volto si dissolve liquido
e lascia spazio alla tazza
della mia colazione.
Butto giù un sorso di caffè
insieme a una parte di te.
Un segno improvviso
In questa notte
la tua anima dispersa
ritorna viva al mio fianco.
Un segno sul cronovisore
e la vibrazione è più densa,
l’energia manifesta i suoi picchi
di presenza intensa, energie sottili
eteriche, correnti psichiche
luminose colorate diafane,
differenti tonalità astrali.
Tutto, per un istante di verità.
Contatto
Vorrei allungarmi
stendermi all’infinito
dividendomi per zero.
Giunto a una certa distanza
mi respingi, per poi superare
il passo reticolare
ed essere attratto del tutto
fuso nel nucleo.
Collasso sul tuo corpo di metallo,
liscio e tondo
freddo, adesivo,
scivolo via come acqua
che allunga la goccia
verso terra, per poi
vaporare il contatto.
Matrix
Mi separo con difficoltà
dai gangli psionici della matrice,
fuoriesco dal tunnel neurale,
rinasco al gelo ogni volta.
Oltre la fenditura del buio,
la luce. Nictalopia imperante,
sottili film lacrimali
di vita nascente,
vescicole sinaptiche
iniettano energia flottante,
attinica. Ma la luce oggi
è più traente del buio.
Notizie
In rapido divenire
tramite innesti profondi
scandaglio la rete.
Si ammassano notizie
nella mia stanza encefalica,
immagini tremolanti
su display di cristallo
richiamate al continuum
da tocchi di dita superne.
Opalescenti luci notturne
schiacciate sullo schermo,
trascinate dal loading
sempre più avanti,
fino a trovare l'impatto.
Turbolenza
Una lingua di phon mi accoglie ostile
mi prende per il collo, vittima
di uno spasmo ipnico quasi soffoco.
L’alterazione del campo delle probabilità
modifica il lenzuolo della realtà
e fuggo, proietto nello spazio la mia essenza,
adopero, senza virgolatura di sogni,
distorsioni dirette dello spaziotempo,
imprimo gli atomi con i gesti
gli istanti con le idee. Ho ancora
riserve ematiche con me, il corpo
plenipotenziato dagli innesti
l’incrocio di cellule mutanti, mutevoli,
e l’impianto di cellule veggenti
per lanciarmi verso nuove conoscenze.
Una volta ero
Le dita restano rapprese nella pagina
liquefatte tra le lettere del libro
sconnesso da una nucleosintesi anisotropa
prodotta da cluster stellari.
Colpito da armoniche in sequenza
vedo un flesso nello spazio entropico
rivelare pieghe impreviste,
istanti successivi di una serie
ricoperti da pellicole di sintesi.
Una volta ero, adesso sono
una neuromodulazione cerebrale
dove il subcosciente cede il passo al tempo.
Connessioni
Osservo eventi casuali polarizzati
sciolti dalla mente in sottili flussi luminosi.
L’espressione del volto è forzata,
la ciocca di capelli sotto il casco
conserva un ricordo umano.
Siamo connessi in eterno eterno connessi.
Esseri con espansioni di memoria
assorbono di continuo i miei ricordi.
Provo ad affabulare il flusso
in filanti spole, ad aggirarmi
a lume spento, nello spazio delle fasi,
bilocato, incantato, a una distanza estetica
dal dio delle visioni che ti abita.
L’epidermide metallica sotto il kevlar
è artigliata da unghie di vibranio,
tra dissolvenze incrociate
cado trafitto da un pensiero metallico.
Next
Avvolto dalle spire di un sogno
mi muovo lungo i binari lucidi del caos
fino a trovare il punto di svolta
in una singolarità raccolta.
Tra infinite probabilità
il crollo della funzione d'onda
diventa pura realtà,
ma mi basta guardarti
per perderti di nuovo.
La mia ricerca riprende immediata,
una sequenza spaziotemporale
ci vede danzare leggeri
eterei, in un gioco di specchi
alla ricerca dell’istanza più reale.
Poi mi fermo e mi chiedo il senso,
resto in attesa della prossima visione
prima che venga di nuovo traslata.
Il futuro conduttivo transita rapido,
nei tuoi occhi ne colgo appena una frazione.
Occhiali a specchio
Sono una cellula dislocata nel cosmo
vittima di percezioni olistiche corrosive.
Ricevo dei lampi percettivi dal contorno
indefinito e sconosciuto, metastabile.
Mi affido al soprasensibile per definirmi.
Per coagulare i sensi neuromodulati
contrappongo fluttuazioni quantiche
al servo arbitrio, radiazioni ionizzanti,
guanti al kevlar, e occhiali a specchio.
Oloni
La ragione cede il passo al sogno,
logografici segni matematici
mutuano simboli di vita.
Un insieme di oloni compatti
pronti a fornire alla materia
in continuo vorticare
un plusvalore di energia,
come un ultimo cerchio
dentro uno scritto euritmico.
Immagini
La tua immagine si manifesta
con un basso livello di bit
nelle ramificazioni dendritiche
dei miei nanotubi neurali.
Il panorama della gemma sensoriale
è anisotropo, lisergico
l'anello proietta energia sensibile.
Un fascio di energie rivela sottile
la misura che perturba il sistema.
Stati energetici sublimano nella psiche.
Guardo al futuro e lo trovo cambiato
mi trovo ad un passo per ricominciare da capo.
Not Found
La cavalletta non si alzerà più.
Il crepitio delle voci elettroniche
ha desincronizzato
la mia retrocognizione
come un magnete irradiato.
Error 404 file not found.
Stritolato da ingranaggi pesanti
perdo ogni contatto
scansione ibridazione
collegamenti verso il vuoto.
I nastri stracciati senza metro
sono un sogno distopico.
Alfabeto
Cellule alfabetiche
si ribellano e fuggono
sfumano nell’esosfera
fino a scardinarla.
Cercano ossigeno
in spazi profondi
senza condizioni,
alla ricerca
del suono vibrato
da entità primigenie,
fonemi evoluti
in pacchetti discreti.
Sinapsi
Sinapsi nascoste
accendono sogni impensati
nella mia fantasia,
chiudo gli occhi.
Sinapsi artificiali
accendono sogni
nella scatola cranica
del robot al mio fianco,
apre gli occhi.
Da un tetto di codici ricoperto
Da un tetto di codici ricoperto
ti cerco tra le macerie fumose
di una città raggelata dal tempo
e spazzata da un vettore di vento.
Non ho smesso di ricercare il senso
che dava la vita alla tua presenza
un guizzo in rete, una energia pura
immessa ogni volta in ogni contatto.
Con un fascio luminoso e veloce
una forte pioggia ti ha strappata
dall’atomo con un colpo di luce
mi hai lasciato da solo sul nucleo.
Ora in cerca di equilibri sospesi
nuovi futuri di vita comune
rifaremo ancora la stessa scelta
sceglieremo sempre la conoscenza.
Da un tetto di codici ricoperto
che dava la vita alla tua presenza
dall’atomo con un colpo di luce
sceglieremo sempre la conoscenza.